martedì 31 ottobre 2006

Addio...

Era vicino, implacabile incombeva su di me, tanto vicino da non poter più fuggire, e se anche avessi potuto? avrei dovuto farlo? Probabilmente non avrei fatto altro che rimandare il tristo destino ad un istante di ancora maggiore debolezza, mi avrebbe preso, per sempre, inerme non mi sarei opposto, incapace di ribellarmi al Sonno Bianco, invisibile. Tanto vicino che potevo sentire il suo fetido alito alle mie spalle, ma ovunque mi girassi, mi divincolassi, il morbo era dietro di me, e voltandomi non facevo altro che rinunciare alle ultime energie, obbedendo al suo gioco crudele. Finchè l'istante successivo, oppure ora, non avesse deciso che ne aveva abbastanza, che il suo scopo era raggiunto, che io non sarei più stato, io, ma qualcos'altro, ma cosa poi? Un vortice incontrollabile, frenetico mi spingeva verso il centro di quella spirale, ero perduto, addio...

mercoledì 25 ottobre 2006

Il Sonno Bianco

Quante volte quelle stesse sensazioni si erano impossessate di me? Difficile dirlo ma l'impressione è che fossero state frequenti, in fondo forse non era così importante saperlo, la vera domanda era un' altra; Chi o Cosa era il fautore di quel sonno inspiegabile, profondo, quella malattia indolore che mi consumava, il "sonno bianco", sonno, perchè simile a una droga inebriante che mi rilegava ad un esistenza di vuota estasi dei sensi, lontano dalla più degna e soddisfacente estasi della ragione, e bianco, perchè, come una lama, lacerava la mia mente in modo furtivo e silenzioso, quasi discreta, come se per me mantenesse una qualche forma di riguardo particolare.Chi la causa, l'artefice di una tanto vile arma, chi si nascondeva dietro di me colpendomi alle spalle, senza neppure il coraggio di mostrarsi, di ingaggiare uno scontro alla pari, l'uno di fronte all'altro. Il susseguirsi dei pensieri scandiva lo scorrere dei minuti che a partire dal mio risveglio ormai si affollavano tutti uguali, indistinti, allora i minuti si trasformavano in ore e l'impossibilità di trovare, ma anche solo di cercare la risposta alla mia domanda, mi concedeva l'occasione di scrivere queste righe. Ma bisognava fare in fretta, era vitale, quando avrebbe colpito di nuovo? Il Sonno Bianco! Nessuno poteva saperlo, neppure io che lo sentivo crescere dentro di me. Dovevo capire, prima che sopraggiungesse! Forse la volta successiva non mi sarei più svegliato, Lui avrebbe vinto, e questa sarebbe stata la mia ultima frase, per sempre.

lunedì 23 ottobre 2006

Il risveglio della memoria

Quale straziante male alla testa. Intorno a me tutto era confuso, i miei sensi annebbiati, quando mi accorsi di non avere ancora aperto gli occhi: li aprii. Solo il dolore della luce che incideva su occhi ancora troppo pigri mi permetteva di comprendere la realtà, o almeno una sua parte, forse solo un suo riflesso. Mi ero svegliato, questa era la realtà, di questo ero certo ma sentivo che non era abbastanza, non riuscivo a spiegarmi qualcosa ma mentre il mio corpo incominciava a tornare in sè, la ragione tardava a destarsi impedendomi di focalizzare il responsabile di quella sensazione oscura. Una sensazione di stranietà come se il mio corpo non mi appartenesse più, i pensieri si sommavano e mescolavano privandosi di ogni contenuto comprensibile; e poi ad un tratto i ricordi incominciarono ad affiorare, lo scorrere di interminabili minuti mi scuoteva dal torpore fino alla consapevolezza che tutto ciò era già successo. Si finalmente ricordavo...

Esordio di un diario fallimentare

Sul fatto che questo brevissimo scorcio della vita di Pigmalione rimanga tale non ho alcun dubbio; scommetto persino che non arriverà neppure tanto lontano da concedere all'artista una degna presentazione. L'unica cosa che forse riusciremo a terminare è una infinitesima spiegazione, non tanto del motivo che ha condotto Pigmalione qui, tra i due lettori che ottimisticamente leggeranno queste parole, quanto piuttosto delle ragioni per cui ritengo tanto fragile la vita di questo blog. Dove scovare dunque questo arcano mistero? Qualcuno potrebbe pensare di ritrovarlo in un qualche profondo e nobile impegno del signor Pigmalione, o perlomeno in una sua qualche assinuante occupazione dettata da fatti o persone del mondo reale; allorchè IO dico: "Niente di più falso!". L'unica vera causa dell' effimera esistenza del diario sono IO! Come dite? Chi sono IO? Lasciatemi innanzitutto dire che trovo non poco sarcastico essere chiamato in questo modo, IO che nel corso della storia ho ricevuto un'infinità di nomi diversi; tuttavia, come spesso accade per i lunghi viaggi, il romantico desiderio di tornare alle origini diventa insopportabilmente affascinante, così che ora come un tempo mi chiamerò IO. E vi assicuro che raramente mi sono sentito vigoroso e audace quanto ora, protagonista come non mai, e nonostante questo, sento che tutto ciò non potrà durare a lungo, presto dovrò rinunciare a questo nome, lasciare spazio a Pigmalione e provare nostalgia di questi istanti. Sento che le forze mi abbandonano, il mio vicino si sveglia, vuole la mia penna, eppure tornerò, prestissimo tornerò, per sempre, e di Pigmalione non saprete più nulla....L'Inconscio